NOTIZIE DA BERGAMO: DIRETTAMENTE DAL DEPUTATO BERGAMASCO ALBERTO RIBOLLA

28 Marzo 2020 ermesinforma 0

Ambulanze, solo ambulanze. Questo è l’unico suono che si sente nella mia Bergamo, solitamente frenetica e piena di vita. I malati ufficiali (quelli a cui vengono fatti i tamponi in quanto hanno avuto più di un sintomo legato al coronavirus) in tutta la Provincia hanno ormai superato le 8.300 unità, ma tutti hanno conoscenti e amici che sono in casa con almeno un sintomo. Si stima infatti che il numero reale sia di almeno cinque volte tanto. I nostri ospedali sono allo stremo ed i medici, i paramedici, gli infermieri e tutto il personale sta lavorando davvero oltre ogni possibilità. Il ringraziamento per il loro lavoro è il minimo che si possa fare. Ad essi si sono aggiunti tantissimi studenti e tanti medici pensionati che hanno voluto dare ancora una mano alla propria terra martoriata. Tra di loro, purtroppo, si sono registrati diversi decessi. Sì, i decessi. Bergamo sta soffrendo più che mai. I decessi reali, anche in questo caso, sono molto di più di quelli che si leggono nelle statistiche ufficiali. Alcuni comuni hanno avuto quasi 7/8 volte il numero dei decessi di un periodo normale. Le pagine del nostro quotidiano locale, L’Eco di Bergamo, sono piene di necrologi. Si sta perdendo un’intera generazione di nonni. Il virus colpisce però anche i giovani, e così sono venuti a mancare anche infermieri e personale delle forze dell’ordine. Il nostro forno crematorio ormai da settimane non riesce a cremare tutti i defunti e dunque le bare sono state poste anche nelle varie chiese bergamasche. Solo l’intervento dell’esercito ha permesso di dare una degna sepoltura a queste persone, trasferendo le salme in altre province al fine di essere cremate. Le carovane dei camion delle forze dell’ordine hanno tolto il fiato a mezzo mondo. Mai, a memoria anche di chi è più anziano, si era vista una cosa del genere.
Ma Bergamo, ancor più in questi casi e nonostante tutto, #molamia ovvero non molla! I bergamaschi sono abituati a non arrendersi mai! La solidarietà bergamasca, quella conosciuta in tutto il mondo al verificarsi di ogni catastrofe, si è fatta sentire anche qui, nella sua propria terra: volontari che lavorano per portare assistenza agli anziani, milioni di euro versati di aziende e privati, decine di migliaia di dispositivi di protezione individuale donati alle aziende ospedaliere. Un ospedale da campo, a sostegno degli ospedali bergamaschi (che in pochissimo tempo hanno riconvertito interi reparti per i pazienti Covid positivi), si sta materializzando alla Fiera di Bergamo grazie agli alpini, ai tifosi della curva Nord dell’Atalanta e a tantissimi altri volontari, e grazie all’indispensabile aiuto economico dell’Accademia dello Sport per la Solidarietà, un’associazione locale che raccoglie numerosi imprenditori bergamaschi e che, nel passato, è intervenuta anche per dare una mano concreta ai terremotati di Amatrice. Ma l’aiuto viene anche dall’estero. Sono difatti arrivati a Bergamo anche medici militari ed equipaggiamento dalla Russia. Un aiuto indispensabile per dare fiato a chi incessantemente lavora ormai da settimane.
I bergamaschi, ligi, nel frattempo rispettano scrupolosamente le misure di contenimento imposte da Stato e dalla Regione. Una Regione che a Bergamo è sempre stata vicina, dal suo Presidente Fontana sino agli Assessori e a tutta la macchina dei suoi funzionari. I bergamaschi sono pronti a ripartire. Quello economico sarà un altro problema, gravissimo, da affrontare, in una terra tra le più industrializzate al mondo. I bergamaschi rialzano sempre la testa. Ma, per una volta, anche lo Stato dovrà fare la sua parte.