La «gazzarra inutile» (e molto interessata) su Anton Giulio Grande e la nuova Film Commission

Messaggio di Furgiuele agli hater (anche nel suo partito): «Critiche artefatte. Perché Occhiuto non avrebbe dovuto condividere la scelta con me?»

Lamezia Terme «Si vede a un miglio di distanza che il “non caso” della nomina di Anton Giulio Grande sia stato per qualche buontempone un pretesto per tentare di togliersi un po’ di sassolini dalle scarpe e lanciarli all’indirizzo anche del sottoscritto. Non si spiegherebbe il perché di una gazzarra inutile, basata sull’assunto artefatto e offensivo che Grande non sia degno di presiedere la nuova Film Commission». Domenico Furgiuele, deputato della Lega risponde alle critiche preventive (alcune, molto interessate, arrivano da ex consulenti della Fondazione; altre provengono dal suo stesso partito) sulla scelta di Anton Giulio Grande come commissario della Film Commission. Preventive perché basate soltanto sulla qualifica di Grande come stilista e non sulle scelte messe in atto, posto che il nuovo commissario non ha ancora avuto il tempo di fare alcunché. Furgiuele, a dire il vero, va oltre. E ci tiene a specificare che l’«aggettivo “nuova” (riferito a Film Commission, ndr) è importante e spiega la malafede di tanti moralisti a contratto. Film Commission a seguito delle modifiche normative e funzionali che l’hanno interessata recentemente, non ha più una sola mission, quella del cinema, ma diventa ente di raccordo tra promozione culturale e turistica».
«È – continua il deputato leghista – un ente che ha ampliato le proprie competenze, e che volge lo sguardo anche alla moda come mezzo di promozione. Non si capisce pertanto perché un illustre promotore di moda e di immagine quale da 25 anni è Grande non possa guidarlo. Non si capisce neanche perché divenga per certi intellettuali della denigrazione un titolo di demerito l’amicizia tra un presidente di regione e un competente in materia di promozione». Furgiuele manda un messaggio anche a quanti, nella Lega, hanno preso in maniera strumentale le distanze dalla scelta. «Stento a capire – scrive – la ragione per la quale Roberto Occhiuto non avrebbe dovuto condividere la scelta di nominare un lametino di prestigio internazionale con il sottoscritto, che lametino è pure e che ovviamente ha accolto con entusiasmo la nomina di Grande. Entusiasmo che ribadisco nella convinzione che Anton Giulio Grande sarà un ottimo manager». Un messaggio agli hater e uno ai leghisti di Calabria che avevano in animo di sponsorizzare altri per la nomina: il governatore, evidentemente, non ne ha discusso con loro.