Lamezia, Progetto Sud e Comunità Competente: webinar informativo su vaccinazioni anti-Covid

Lamezia Terme – È stato organizzato per rispondere alla “fame di informazione” su una situazione complessa, sulla quale persiste un forte gap di comunicazione, il webinar informativo in diretta streaming voluto da Progetto sud e Comunità Competente sulle vaccinazioni anti-Covid 19 in Calabria. Moderato da Maria Pia Tucci e introdotto dal portavoce della Comunità Rubens Curia, l’incontro si è aperto con i saluti di don Giacomo Panizza, il quale ha sottolineato la necessità di “una medicina relazionale e democratica, in cui il mondo degli assistenti e quello degli assistiti non siano separati ma possano interagire”, e anche il bisogno di accedere a conoscenze di base per poter fare insieme delle proposte collettivamente utili. Perché comunque, come sottolineato anche da Curia, in Calabria non solo non è stato cerato un piano sanitario per rispondere all’emergenza ma non esiste tuttora nemmeno un piano vaccinale regionale: saranno per ora le singole aziende sanitarie provinciali a dover provvedere autonomamente. Lo dichiara anche il dottor Sandro Giuffrida, direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Asp di Reggio Calabria, chiamato a relazionare nell’incontro insieme alla dottoressa Cristina Giraldi, segretaria nazionale dell’Associazione Microbiologi Clinici Italiani (AMCLI). La dottoressa risponde alle necessità di chiarezza rispetto alla situazione sanitaria ancora in corso, esponendo prima di tutto le modalità di diagnostiche attualmente esistenti: il test molecolare, il cosiddetto “tampone rapido”, il test antigenico e il test sierologico. La prassi vigente in molti ospedali della penisola, secondo la dottoressa, è quella di somministrare all’entrata in pronto soccorso il test antigenico, molto veloce e con una buona attendibilità. In caso di antigene negativo si procede per conferma, in presenza di sintomi, con il molecolare rapido, con esito entro circa un’ora. In caso di antigene positivo si procede invece con il test molecolare di routine, che richiede un’attesa di circa 8 ore. L’Antigenico, secondo le linee guida vigenti, può inoltre essere adottato con regolarità su soggetti a rischio: non solo per gli operatori sanitari ma anche nelle scuole, nelle carceri, nelle rsa. La dottoressa rassicura anche sull’ assenza di carica virale a 21 giorni dalla comparsa dei sintomi, anche in presenza di Rna frammentato. Si concentra invece sulla carenza di risorse il discorso di Giuffrida: pare che neppure le siringhe promesse dalla protezione civile siano arrivate, così come le 450 unità preannunciate in regione dal commissario Arcuri. “Nella provincia di Reggio abbiamo approntato attualmente 5 centri vaccinali, ma ne servirebbero circa 30 per riuscire ad effettuare 1 milione di iniezioni (2 per paziente) entro la fine del 2021, e altre 150 unità che lavorino 12 ore al giorno”, sottolinea, anticipando che fra circa una settimana sarà aperto un nuovo centro a palazzo Campanella. Ma se è chiaro quali saranno per ora le prime categorie ad essere vaccinate, ovvero quelle più esposte e quelle più fragili, non è ancora dato sapere come si procederà nell’estendere la vaccinazione all’intera popolazione. La proposta sembra quella di estendere il compito ai medici di base ed eventualmente ai farmacisti una volta che sarà pronto il vaccino di Astra Zeneca, meno termolabile.